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Cos'è l'afta?
Un'afta è un'ulcera mucosa, che colpisce il tessuto nella sua interezza, intaccando l'epitelio in superficie ed anche la sottostante lamina propria

Inizialmente il soggetto avverte una sensazione di bruciore o pizzicore in una zona che, ad occhio nudo, sembra intatta e sana, se non leggermente arrossata. Entro qualche giorno poi, nello stesso sito, si sviluppa una bolla che aprendosi lascia il posto ad una piccola ulcera, estremamente dolorosa al contatto.
L'afta, una volta sviluppatasi completamente, è un tipo di lesione facilmente riconoscibile, con un aspetto estremamente tipico. Una ferita di forma ovale e colore bianco-giallastro, le cui dimensioni variano dai 3-4 mm a più di 1 cm. Il tutto circondato da un alone rosso vivo fortemente infiammato e spesso da un pronunciato gonfiore.
Si distinguono quattro tipi di afta:
- La Stomatite aftosa, detta anche afta semplice, colpisce più del 20% della popolazione mondiale fin dalla prima infanzia. Tende a recidivare, presentandosi ciclicamente, con un aumento della frequenza nell'età adulta.
- L'afta minore è più piccola e meno dolorosa della precedente, ma anche questo tipo può colpire a qualsiasi età e presentarsi indifferentemente su ogni superficie del cavo orale.
- L'afta maggiore, detta periadenite mucosa necrotica ricorrente, è morfologicamente uguale ad una forma minore ma ha la peculiarità di raggiungere sempre un diametro notevole, anche superiore al cm. Data l'importante estensione può rendere molto difficoltosa l'alimentazione e l'articolazione verbale del soggetto colpito.
- L'afta erpetiforme. E' la tipologia di ulcera mucosa orale più rara. Colpisce con maggiore frequenza la popolazione femminile ed è caratterizzata dalla comparsa simultanea di 10-100 piccole lesioni molto dolorose. Queste si distribuiscono su tutta la superficie del cavo orale e possono anche fondersi tra loro. Ogni attacco si ripresenta ad intervalli di circa un mese e, nei casi estremi, può impiegare fino a 30 giorni per regredire completamente. Esiste dunque il fondato rischio che il paziente si trascini dietro la malattia per mesi interi, con il forte disagio che ciò comporta.
L'agente eziologico delle afte è a tutt'oggi sconosciuto, ma l'ipotesi principale circa l'origine di questo disturbo indica come causa scatenante un disordine della flora batterica intestinale associato a problemi immunitari. Inoltre sono stati identificati dei fattori che aumentano la possibilità di formazione delle ulcere.
Tra questi i più noti sono:
- il contatto della mucosa orale con oggetti sporchi, per il rischio di infezioni batteriche, virali o micotiche;
- il contatto labiale diretto con animali domestici;
- il contatto con sostanze irritanti come tabacco e spezie;
- lo stress, l'ansia e la depressione;
- l'affaticamento fisico e mentale;
- la presenza di protesi dentarie mal posizionate;
- alcune malattie localizzate a livello orale come la leucoplachia, il mughetto, le gengivostomatiti ed il lichen planus;
- alcune patologie non localizzate a livello orale come il diabete, la colite ulcerosa, il Morbo di Crohn, il pemfigoide bolloso e la Sindrome di Behcet;
- trattamenti antibiotici molto prolungati;
- la chemioterapia;
- l'ingestione di alcuni alimenti come il cioccolato, gli zuccheri artificiali, gli insaccati ed i pomodori crudi;
- le ferite causate da un'accidentale masticazione della mucosa;
- gli squilibri ormonali;
- il ciclo mestruale;
- alcune intolleranze o allergie alimentari come il morbo celiaco;
- insufficienze di vitamina B12, ferro o acido folico.
In generale, qualunque sia il tipo di afta o il fattore che ha concorso a scatenarla, la gran parte delle ulcere mucose orali ha un decorso che varia da 1 a 4 settimane, durante al quale oltre al dolore urente può essere presente un senso di spossatezza e malessere generale, simile a quello dato da una leggera ma costante febbricola.
La guarigione è spontanea e non esistono terapie mirate, ma si possono comunque seguire alcune indicazioni utili ad aiutare la cicatrizzazione e ad alleviare il dolore, che può essere davvero fastidioso ed invalidante. Nei limiti del possibile sarebbe bene cercare di tenere sotto controllo o, meglio ancora, eliminare le concause. Ed inoltre è sempre buona norma mantenere un'ottima igiene orale, senza trascurare l'utilizzo di un buon colluttorio. Contro le lesioni minori si può utilizzare un classico rimedio della nonna. In questo campo, il più valido e conosciuto risulta l'applicazione in loco di una bustina bagnata di tè.
Questa è un'usanza antica con riconosciute fondamenta scientifiche. Infatti, l'acido tannico, presente nelle foglie di tè, accelera la cicatrizzazione. Per combattere le lesioni più grandi, dolorose e infiammate è bene rivolgersi al proprio medico di base o al farmacista, figure professionali che sapranno consigliarvi il prodotto più adatto. Come uno spray a base di cortisone, dei risciacqui a base di sucralfato, o delle applicazioni locali di lidocaina in soluzione o pomata. Alcuni medici, per evitare le recidive o almeno la loro frequenza ravvicinata, consigliano anche integratori vitaminici.